Gli impianti di stoccaggio vengono utilizzati per poter far fronte ai picchi della domanda di gas fossile. Lo stoccaggio solitamente avviene sottoterra, il più delle volte in pozzi di idrocarburi esauriti che vengono riutilizzati per stoccare gas. Tuttavia, il gas può essere stoccato anche sotto forma di GNL in appositi depositi.
In Italia sono attivi 14 impianti di stoccaggio che immagazzinano gas fossile in quasi 500 pozzi per una capacità totale di stoccaggio di circa 17 miliardi di metri cubi di gas. Queste sono localizzate in quattro regioni: Abruzzo (2), Emilia-Romagna (5), Lombardia (6), Veneto (1). La principale compagnia del settore è Stogit, azienda di SNAM che gestisce 10 impianti a gas, segue Edison con tre impianti. Infrastrutture che potrebbero aumentare alla luce delle 4 istanze per nuove concessioni presentate al Ministero.
Emissioni di metano negli impianti di stoccaggio
Negli impianti di stoccaggio le emissioni di metano più comuni sono associate a casi di venting, emissioni da unità di compressione, e perdite legate a cattiva o scarsa manutenzione o guasti. In Italia l’ONG Clean Air Task Force attraverso l’utilizzo di una termocamera per la rilevazione ottica di gas nel 2021 e 2022 ha monitorato 9 impianti di stoccaggio nei quali ha trovato emissioni.