Nella serata del 17 gennaio, presso l’impianto di stoccaggio Fiume Treste di Montalfano (CH), in Abruzzo, è scoppiato un incendio intorno alle 21.45 poi spento alle 23.15 in base a quanto dichiarato da Stogit, azienda di SNAM che gestisce l’infrastruttura.
L’incendio pare sia partito da una perdita di un’elettrovalvola ma per il momento SNAM non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito che spieghino con esattezza quale la causa dell’incendio e quale possa essere la ragione dell’innesco. L’incidente è stato contenuto seguendo le procedure standard di sicurezza.
La centrale di stoccaggio Fiume Treste
La centrale di stoccaggio Fiume Treste è la più grande d’Italia e una delle più grandi d’Europa, fa riferimento ad una concessione con un’area di 76,79 km2 e conta ben 84 pozzi di stoccaggio in esercizio. Ad oggi è in attesa di approvazione al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica una richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale per aumentare la capacità di stoccaggio dell’impianto attraverso un esercizio in sovrappressione. In tal senso, senza allacciare nuovi pozzi o modificare gli esistenti, verrebbe stoccata una quantità maggiore di gas aumentando la pressione massima di esercizio del 10%. Il progetto prevede inoltre la messa in esercizio del livello F (una nuova area dell’impianto di stoccaggio) e l’adeguamento dell’esistente impianto di trattamento gas, l’installazione di un rigeneratore e la perforazione di 4 nuovi pozzi. Le due misure congiuntamente porterebbero ad un aumento della capacità di stoccaggio dell’impianto del 9%, ovvero 400 milioni di smc.
I monitoraggi indipendenti condotti sull’impianto
L’impianto era già stato attenzionato in passato da attività di monitoraggio condotte dall’ONG Clean Air Task Force che aveva trovato perdite e rilasci in atmosfera (venting) di metano. Ad aprile 2021 era stato condotto un primo monitoraggio con l’utilizzo di una termocamera per la rilevazione ottica di gas FLIR GF320 che aveva mostrato tre punti di emissione. L’ONG è tornata sul posto ad Agosto 2021 conducendo una nuova indagine andata in onda su REPORT nell’ambito del servizio “La Grande Fuga” di Manuele Bonaccorsi il 4 aprile 2022 mostrando nuovamente ingenti emissioni proveniente da alcuni serbatoi.
I monitoraggi di SNAM sull’impianto
Come da Delibera di ARERA 419/2019 sulla qualità per il servizio di stoccaggio del gas naturale per il periodo 2020-2025, le attività di “ispezione non invasiva” (rilevamento e riparazione perdite) in Italia negli impianti di stoccaggio dovrebbero essere condotte con cadenza annuale facendo riferimento solamente alla flow line, ovvero alle condotte per la movimentazione di gas non confinate all’interno di aree accessibili esclusivamente all’impresa di stoccaggio. Una frequenza che secondo lo US EPA garantirebbe un’efficacia nella riduzione delle emissioni di metano del 67%. Un aumento della frequenza di questo tipo di attività garantirebbe una maggiore efficacia, circa il 90% se condotti con cadenza mensile e 80% con cadenza trimestrale. Nell’impianto di Fiume Treste, secondo quanto riporta SNAM sul proprio sito internet, nel 2021, sarebbero state emesse 770,4 tonnellate di metano delle quali 412,3 dovute a emissioni fuggitive e la restante parte dovuta a sfiati o metano incombusto. È da tenere in considerazione che la manutenzione viene effettuata solamente in caso di emissioni fuggitive con valori superiori a 5000 ppmv.